finanza e politica

domenica, dicembre 25, 2011

Un Santo Natale



Buon Natale a tutti gli amici, ma soprattutto un Santo Natale.

Perchè il Natale è soprattutto una feste di fede.

Per chi crede, è il ritorno alla fede in qualcosa di più grande a cui guardare.

Per chi non crede è la fede nella pace, nella giustizia, nel bene che batte il male.


E' la festa che deve aiutarci tutti a riflettere.


Ieri sera in chiesa ho pregato per l'Europa. Non ho chiesto più ricchezza per me o per la mia famiglia. Ho chiesto più saggezza, ho chiesto che dall'alto arrivi una luce di saggezza a chi governa l'Europa e il mondo, perchè siano capaci di andare oltre ai meschini calcoli politici e si faccia il bene comune, ma anche ciascuno di noi deve fare tutto ciò di cui è capace per tornare a guardare al futuro in modo positivo.


Un Santo Natale a Tutti.

venerdì, dicembre 23, 2011

A Natale aiuta un giovane a crescere e a studiare: fai una adozione a distanza

Se credi che la cosa più importante per lo sviluppo di un popolo sia la formazione culturale e tecnica dei suoi giovani, dona una piccola cifra per fare una adozione a distanza.
Con il PIME fai una cosa grande e sei sicuro che i tuoi soldi vanno a buon fine.
Lo puoi fare anche on line e dedurre dalle tasse. Vai sul sito del PIME e informati.

E' l'unica forma di pubblicità che faccio su questo piccolo Blog perchè da anni sostengo l'istruzione di giovani paria dell'India e credo sia una delle forme migliori di aiuto al terzo mondo.

lunedì, dicembre 19, 2011

Dubbi sul Rapporto GEAB N.60 - Crisi sistemica globale - USA 2012/2016

Estratto dal GEAB N.60 - Crisi sistemica globale - USA 2012/2016:

"Ma è tuttavia un cammino che rafforza il nostro continente, e che metterà Eurolandia al centro del mondo post-crisi (15). Se i mercati non sono contenti di questa realtà, il problema è loro. Essi continueranno a vedere i loro assets fantasma andare in fumo, le loro banche e gli hedge funds andare in bancarotta, e cercheranno invano di spingere verso l'alto i tassi d’interesse sul debito europeo"

Questa frase trasuda autoreferenzialità da tutti i pori..........mah!?

Già nel n° 59 erano ottimisti sull'Europa e la UE..... poi si è visto come è andata........mi sembra scitto dal goshwriter della Merkel con un po' di suggerimenti cinesi.....
In ogni caso le ricette di USA e GB e della Germania sono all'opposto....... la storia degli ultimi 100 anni ha sempre dato ragione agli USA e alla GB........ i tedeschi lavorano, fanno un gran sistema industriale e poi come sempre "danno un calcio al secchio con tanto buon latte" a causa del loro radicale ego che li porta ad ignorare sempre le mediazioni ed a fidarsi in modo spropositato della loro forza e della loro organizzazione.

mercoledì, dicembre 14, 2011

Come la creazione di moneta può creare occupazione

Cosa hanno in comune il Modello Economico tedesco del 1933, l'attuale sistema economico cinese, e il New Deal americano o lo stesso "Piano Marshall": la creazione di moneta fiduciaria (carta garantita dagli stati) finalizzata a creare occupazione e sviluppare gli investimenti.

C'è un bellissimo articolo dell'economista Sylos Labini che ricostruisce gli elementi essenziali del piano elaborato da Hjalmar Schacht (Presidente allora della Banca centrale tedesca).

Lo riporto integralmente premettendo come fa lo stesso Labini, che non condivido assolutamente, anzi condanno il Nazismo e il Nazional Socialismo, ma che ritengo interessantissimo l'aspetto economico e i risultati che l'uso della moneta hanno permesso di raggiungere e che questo deve favorire il dibattito attuale sull'uso della moneta.

Prima di lasciarvi alla lettura dell'articolo aggiungo che oggi la Cina usa un sistema analogo, basato su una moneta ad uso interno (lo yuan) controllata rigidamente dallo stato che controlla anche tutto il sistema bancario interno e che usa i proventi delle esportazioni per approvigionarsi di dollari ed Euro da utilizzare per l'acquisto di materie prime o per fare investimenti mirati all'estero tramite i propri fondi sovrani. Ma leggendo quanto segue potrete voi stessi fare analogie e valutazioni:

di Stefano Sylos Labini.
Nei libri di economia si parla tanto del New Deal, però, ci si dimentica che il vero miracolo economico si verificò in Germania. Quando Hitler andò al potere nel 1933 oltre 6 milioni di persone (il 20 % della forza lavoro) erano disoccupate ed al limite della soglia della malnutrizione mentre la Germania era gravata da debiti esteri schiaccianti con delle riserve monetarie ridotte quasi a zero. Oggi i tedeschi hanno il terrore che l’eccesso di debito spinga la Banca Centrale Europea a stampare grandi quantità di moneta la quale farebbe scoppiare l’inflazione.
Per questo la Cancelliera Merkel, con la sua intransigenza sul risanamento dei bilanci dei paesi europei più in difficoltà e con la sua posizione contraria verso l’emissione degli Eurobond e verso gli acquisti di titoli del debito pubblico da parte della BCE, sta spingendo l’Europa in una pericolosa recessione e in una crisi di fiducia che potrebbero avere conseguenze devastanti.
Ma nel miracolo economico degli anni ’30 i nazionalsocialisti si erano creati una teoria monetaria che suonava pressappoco così: ”le banconote si possono moltiplicare e spendere a volontà, purché si mantengano costanti i prezzi. Il solo motore necessario per questo meccanismo è la fiducia. Basta creare e mantenere questa fiducia, sia con la suggestione sia con la forza o con entrambe”.
Sorprendentemente, l’artefice del miracolo economico della Germania nazista fu un uomo di origini ebraiche,
Hjalmar Schacht, Ministro dell’Economia e Presidente della Banca Centrale del Reich.
Per il commercio estero, Schacht ideò un ingegnoso sistema per trasformare gli acquisti di materie prime da altri paesi in commesse per l'industria tedesca: i fornitori erano pagati in moneta che poteva essere spesa soltanto per comprare merci fatte in Germania. Il meccanismo, di stimolo al settore manifatturiero, funzionava come un baratto: le materie prime importate erano pagate con prodotti finiti dell'industria nazionale, evitando così il peso dell'intermediazione finanziaria e fuoriuscite di capitali.
Certamente, il protezionismo prima e l'autarchia in seguito crearono un mercato chiuso in cui tutta la realtà produttiva era indirizzata e finalizzata alla produzione di beni per lo stato e / o per il consumatore tedesco.
Il controllo nazista dei cambi e dei commerci esteri dà alla politica economica tedesca una nuova libertà. Anzitutto, perché il valore interno del marco (il suo potere d'acquisto per i lavoratori) viene svincolato dal suo prezzo esterno, quello sui mercati valutari anglo-americani.
Lo Stato tedesco può dunque creare la moneta di cui ha bisogno nel momento in cui manodopera e materie prime sono disponibili per sviluppare nuove attività economiche, anziché indebitarsi prendendo i soldi in prestito. E ciò senza essere immediatamente punito dai mercati mondiali dei cambi con una perdita del valore del marco rispetto al dollaro ed evitando che il pubblico tedesco fosse colpito da quel segnale di sfiducia mondiale consistente nella svalutazione della sua moneta nazionale.
In realtà, non venne praticata la stampa diretta di moneta, poiché il principale provvedimento di Schacht fu l’emissione dei MEFO, obbligazioni emesse sul mercato interno per finanziare lo sviluppo.
In questo sistema è direttamente la Banca Centrale di Stato (Reichsbank) a fornire agli industriali i capitali di cui hanno bisogno. Non lo fa aprendo a loro favore dei fidi; lo fa autorizzando gli imprenditori ad emettere delle cambiali garantite dallo Stato. E' con queste promesse di pagamento che gli imprenditori pagano i fornitori.
In teoria, questi ultimi possono scontarle presso la Reichsbank ad ogni momento, e qui sta il rischio: se gli effetti MEFO venissero presentati all' incasso massicciamente e rapidamente, l'effetto finale sarebbe di nuovo un aumento esplosivo del circolante e dunque dell'inflazione.
Di fatto, però questo non avviene nel Terzo Reich. Anzi: gli industriali tedeschi si servono degli effetti MEFO come mezzo di pagamento fra loro, senza mai portarli all'incasso; risparmiando così fra l'altro (non piccolo vantaggio) l'aggio dello sconto. Insomma, gli effetti MEFO diventano una vera moneta, esclusivamente per uso delle imprese, a circolazione fiduciaria.
Gli economisti si sono chiesti come questo miracolo sia potuto avvenire e alla fine la risposta è stata che il sistema funzionava grazie alla fiducia. L'immensa fiducia che il regime riscuoteva presso i suoi cittadini, e le sue classi dirigenti.
Hjalmar Schacht fu l'inventore del sistema rendendo invisibile l'inflazione: gli effetti MEFO erano un circolante parallelo che il grande pubblico non vedeva e di cui forse nemmeno aveva conoscenza, e dunque privo di effetti psicologici. In seguito Schacht (che fu processato a Norimberga e ritenuto non colpevole) spiegò d'aver pensato che, se la recessione manteneva inutilizzato lavoro, officine, materie prime, doveva esserci anche del capitale parimenti inutilizzato nelle casse delle imprese; i suoi effetti MEFO non avrebbero fatto che mobilitare quei fondi dormienti. In realtà erano proprio i fondi a mancare nelle casse, non l'energia, la voglia di lavorare, la capacità attiva del popolo.
Schacht conosceva bene la frode fondamentale su cui si basa il sistema del credito e i lucri che derivano dall'abuso della fiducia dei risparmiatori, che col loro lavoro riempiono di vero denaro i conti di denaro vuoto, contabile, che la banca crea ex-nihilo. E sapeva che la prosperità della finanza internazionale dipende dall'emissione di prestiti con elevato interesse a nazioni in difficoltà economica.
Un economista britannico, C.W. Guillebaud, ha espresso con altre parole lo stesso concetto: "nel Terzo Reich, all' origine, gli ordinativi dello Stato forniscono la domanda di lavoro, nel momento in cui la domanda effettiva è quasi paralizzata e il risparmio è inesistente; la Reichsbank fornisce i fondi necessari agli investimenti [con gli effetti MEFO, che sono pseudo-capitale]; l'investimento rimette al lavoro i disoccupati; il lavoro crea dei redditi, e poi dei risparmi, grazie ai quali il debito a breve termine precedentemente creato può essere finanziato [ci si possono pagare gli interessi] e in qualche misura rimborsato".
Così Hitler raggiunse il suo scopo primario: il riassorbimento della disoccupazione e la crescita dei salari del popolo tedesco senza alimentare l’inflazione. I risultati sono, dietro le fredde cifre, spettacolari per ampiezza e rapidità. Nel gennaio 1933, quando Hitler sale al potere, i disoccupati sono 6 milioni e passa. A gennaio 1934, sono calati a 3,7 milioni. A giugno, sono ormai 2,5 milioni. Nel 1936 calano ancora, a 1,6 milioni. Nel 1938 non sono più di 400 mila. E non sono le industrie d'armamento ad assorbire la manodopera. Fra il 1933 e il 1936, è l'edilizia grazie ai grandi progetti sui lavori pubblici, inclusa la costruzione della rete autostradale, ad impiegarne di più (più 209%), seguita dall'industria dell'automobile (+ 117%) e dalla metallurgia (+83%).


NOTA – Naturalmente non condivido l’ispirazione ideologica del sito Stormfront e ritengo il nazismo una ideologia criminale. L’intento del mio articolo è quello di mettere in evidenza la politica economica e monetaria seguita dalla Germania di Hitler per risollevare un Paese allo stremo. Una politica che, con i dovuti accorgimenti, potrebbe essere riproposta nell’Europa di oggi dove la disoccupazione ha raggiunto livelli inaccettabili.
Stefano Sylos Labini

martedì, dicembre 13, 2011

Alle 11 dato importante per Germania

Alle undici pubblicazione dell'indice ZEW sul sentiment economico in Germania

lunedì, dicembre 12, 2011

Forse ora la Merkel capirà!?






Dopo tanti messaggi criptati ora arriva anche un messaggio in chiaro, direttamente da S&P e indirizzato alla Germania. Ad esprimere dubbi su Commerz Bank è il capo economista di S&P.
Leggere l'articolo.
Più chiaro di così si muore.
Ma la Merkel, prima di aurorizzare la BCE a fare ciò che tutte le banche centrali fanno vuole vedere le macerie. Ai Crucchi non basta mai immaginare un disastro. No, loro devono proprio viverlo in prima persona.

Crisi di liquidità molto diversa dalla crisi di produzione.

Ho vissuto gli ultimi anni della crisi dei paesi dell'Est e il loro disfacimento e la rinascita (in particolare ho visto e lavorato in Polonia, Rep Ceka e Ungheria nel periodo 88/94)
Ebbene la polonia non aveva una crisi della moneta, ma una crisi terribile della produzione interna sia di beni che di servizi. La cosa era palpabile perchè i negozi erano vuoti (in senso letterale) gli ospedali senza medicine e le persone viveno in modo miserevole in case anguste e senza mobili, con i pavimenti al grezzo (parlo di persone laureate che conoscevano due o più lingue e che ricoprivano incarichi importanti) .

Era evidente che in quel caso il problema era la mancanza di efficienza del sistema che aveva generato un appiattimento verso il basso di tutte le attività economiche ma anche dei servizi pubblici. Inoltre visto che l'unico mezzo per ottenere beni (casa, auto, o una medicina) era l'essere messi in lista prioritaria dai vari capi e capetti del partito, si era sviluppata un'attitudine alla corruzione a tutti i livelli. Insomma, ciò che contava non era più produrre un bene o un servizio da scambiare sul mercato, ma essere capaci di soppravvivere in un mercato nero gestitto direttamente dal sistema pubblico. Quindi la competenza più richiesta era la capacità di relazionarsi con un sistema corrotto fatto di piccoli o grandi favori.
Come tutti sappiamo il sistema implose da sè.

La nostra non è una crisi di produzione, anzi, beni e servizi sono in grande abbondanza, tanto è vero che continuiamo ad esportare, ma è una crisi di liquidità interna mostruosa e chiunque viva anche l'economia reale e non solo sui forum finanziari se ne accorge benissimo. Le banche non fanno credito, i mutui alle famiglie non vengono erogati, le aziende ritardano i pagamenti, etc.....

Alla fine però la mancanza di liquidità porterà anche alla deindustrializzazione, ma questo sarà l'effetto, non la causa

A chi riesce a sollevare la testa dalla partita doppia, dalle regole assurde di Mastricht, dalle assurdità degli "Aiuti di stato" che hanno soffocato qualsiasi politica industriale (salvo essere aboliti in una notte per salvare le banche inglesi e tedesche) a chi riesce a guardare oltre, appare assurdo che un sistema industriale mediamente efficiente, interi paesi dotati di infrastrutture buone, con un potenziale di disoccupati giovani e mediamente acculturati non siano capaci di invertire una crisi come queste.

La politica deve ritornare a fare Politica, abbattere le regoline assurde stabilite dagli euroburocrati e e riavviare il ciclo produttivo:
- stampando moneta per riacqustare bond e quindi fare abbassare i tassi e quindi permettere all'avanzo primario di essere utilizzato per investimenti e non azzerato costantemente dall'aumento degli interessi sul debito
- stampando moneta per un ammontare pari a circa il 3% del Pil dell'eurozona finallizzato agli investimenti produttivi.


So che il pensiero unico che ci avvolge non permetterà questo (d'altra parte Monti come Commissario UE alla concorrenza è stato uno dei più inflessibili attuatori delle regole sul divieto di Aiuti di Stato) e quindi prepariamoci a grandi disastri.

Ma prepariamoci anche a rottamare una classe politica ignorante e incapace di alzare la testa oltre i luoghi comuni.

Questo è il motivo per cui dobbiamo rottamare i politici e non certo per le ruberie (schifose ma sempre esistite e non certo la causa maggiore del nostro disastro).

Bisogna tornarea una politica che guarda al futuro, e per questo bisogna lavorare indipendentemente dagli schieramenti politici.

Un libro da leggere assolutamente!

Sto leggendo un libro eccezionale, bellissimo che tutti dovrebbero leggere per capire in quale disastro ci stanno cacciando l'Euro, i politici UE e gli Euroburocrati, ma che ci fa comprendere anche gli errori madornali dei nostri politici. Un libro che esce dallo schema del pensiero unico dominante negli ultimi 20anni in Europa e riportato dalla maggioranza dei nostri media e dei nostri politici e/o tecnici che ci governano. Un libro che vale tanto oro quanto pesa.


Ne ho letto solo la prima metà ma anche così mi sento di consigliarlo assolutamente a chiunque voglia approfondire le ragioni di questa crisi e le soluzioni per uscirne.

venerdì, dicembre 09, 2011

Attenzione, attenzione!!!

Nella notte il mega vertice UE sembra aver partorito solo un gran casino.

Decisioni chiare e immediate niente. La vedo veramente male....... ho ancora una piccola speranza dovuta al fatto che le notizie sono frammentate, ma a pelle mi sembra un grandissimo "CASINO". Se le decisioni verranno confermate come indicate nelle prime agenzie del mattino......sell sell sell e si salvi chi può.

P. S.

Stamattina si riuniscono ancora e quindi c'è ancora qualche speranza che partoriscano qualche soluzione, ma ci spero poco. La testardaggine e la stupidità di alcuni è veramente di proporzioni inimmaginabili.

sabato, dicembre 03, 2011

L'unica soluzione: stampare moneta.

Non credete alla storia dei sacrifici, dei tagli di bliancio e ancora peggio del pareggio di bilancio, come unici toccasana della crisi. Tutta ferraglia, vecchie medicine per curare una crisi di liquidità senza precedenti. L'unica soluzione è la stampa di moneta da parte della BCE. In tutti gli altri casi assisteremo all'avvitamento della crisi su se stessa intervallata da qualche rimbalzo formidabile e velocissimo cui seguiranno altri drammi. Un sistema che va verso la recessione non può essere curato con la medicina dei tagli, altrimenti si va in depressione e allora non se ne uscirà più, perchè i fallimenti a catena delle imprese distruggeranno l'economia reale e allora non ce ne sarà più per nessuno.

In un articolo apparso su "The Telegraph" un'altro che la pensa come me (vedi quanto ho scritto il 9 Novembre).

Roma - Ovunque, "è emersa una nuova visione universale, secondo cui la crisi europea può essere risolta solo dai governi o dall'adozione di una politica fiscale": nell'esprimere tale "visione", ciascun esperto o leader europeo "parla di quella che dovrebbe essere la dose appropriata di dolore", in queste misure, che reputa imprescindibili. Ma "vi sbagliate tutti", tuona con uno dei suoi editoriali pubblicati sul "The Telegraph" l’esperto di politica internazionale, Ambrose Evans-Pritchard."Mi permetto di dissentire - afferma - Questa è una crisi monetaria, causata da una banca centrale immatura, che ha interrotto una ripresa di per sé fragile, alzando i tassi di interesse agli inizi di quest'anno, consentendo all'offerta di moneta di crollare a tassi vertiginosi nella zona a sud dell'Europa e causando una recessione completamente inutile - e anche una recessione profonda, se si fa riferimento al collasso dei vari dati che misurano l'attività manifatturiera, resi noti nel mese di novembre", denuncia Evans-Pritchard.Da qui la sua convinzione che quelle misure di austerity tanto reclamizzate da Bruxelles faranno solo peggio. Il motivo? "Non si possono spingere due terzi dell'Eurozona in una contrazione fiscale e monetaria sincronizzate, senza pensare alle conseguenze". Soprattutto, adesso che non c’è più tempo da perdere. L’economia di Eurolandia è, infatti, a suo avviso ormai vicina al punto di non ritorno, ma può essere ancora salvata molto facilmente dalla politica monetaria. Basterà fornire una medicina speciale: quella del quantitative easing, perfettamente legale con il Trattato di Lisbona, e l’euro sarà tratto in salvo."So bene che ci sono molti banchieri centrali che ritengono o dicono che, da sola, la politica monetaria non può fare miracoli. Ma si sbagliano (....) queste autorità hanno dimenticato le lezioni di base della storia economica. Così come ha detto anche Adam Posen, membro della Commissione di politica monetaria della Bank of England, "a prendere il potere è stato il disfattismo politico.Continuando, "non ho neanche idea se lo stesso numero uno della Bce Mario Draghi creda davvero nel mantra che è costretto a recitare dai suoi padroni. Ma la sua insistenza, secondo cui questa crisi deve essere risolta soltanto dai governi è una omissione dei suoi doveri". "Sì, l'articolo 123 del Trattato di Lisbona considera illegale acquistare direttamente i titoli di stato governativi. (Ma) l'articolo è assurdo e rispecchia un difetto fondamentale nella creazione dell'Unione monetaria".Insomma, Evans-Pritchard è fermo nella sua condanna contro la Bce e contro i vari leader europei- e presenta una soluzione alla fine piuttosto semplice. "Quanto dovrebbero fare è adottare una misura di politica monetaria espansiva, che è perfettamente legale in base a quanto stabiliscono le regole dei trattati Ue e anche in base al mandato dell'istituto (di Francoforte). E comunque, "non è uno dei pilastri della dottrina della Bce quello secondo cui la massa monetaria M3 dovrebbe crescere a un ritmo del 4,5%? Beh, non è quello che sta accadendo, visto che si è contratta a ottobre".In conclusione, "questa crisi può essere interrotta immediatamente dalla Bce" e se l’istituto centrale di Francoforte sceglierà di non agire lo farà per ragioni politiche, perché (manovre di politica monetaria espansiva) significherebbero creare una maggiore inflazione in Germania. Un segreto sporco - conclude - ormai venuto a galla in nome del quale sarà l’Europa intera a finire in croce".