finanza e politica

martedì, novembre 09, 2010

Proposte concrete per migliorare l'economia italiana.

Domanda difficile, difficilissima, tutti i nostri politichini vanno in televisione ma in genere non fanno che elencare i problemi.
Oggi Tremonti ha criticato la politica degli incentivi, e la BCE si rifiuta di fare il verso a BB con il QE2. Allora come ne usciamo?

Io credo che servirebbero misure draconiane:

- alcune a breve:

  • svalutazione competitiva dell'Euro
  • barriere all'importazione (come di fatto fanno in Cina e Giappone dove aggirano sistematicamente le regole e impediscono import significativi;
  • fortissima salvaguardia del Made in Italy

- altre strutturali:

  • riduzione drastica della burocrazia a tutti i livelli e per farlo è necessario ridurre fortemente il peso del settore pubblico nella gestione amministrativa (meno comuni, azzeramento delle provincie, accorpamento degli assessorati regionali etc)
  • incentivi alla ricerca, ma non attraverso il finanziamento di altre inutili sedi universitarie, ma attraverso la detassazione totale degli investimenti in ricerca
  • detassazione degli investimenti produttivi
  • cofinanziamento pubblico a fondi di Private Equity che investono in start up (la scelta su chi finanziare rimane privata ma il cofinanziamento pubblico deve essere finalizzato a orientare i fondi a creare start up)
  • una politica industriale che individui 3/4 settori su cui concentrare tutti gli investimenti pubblici e privati allo scopo di creare industrie leader in quel settore (esempio: Sviluppo delle Fonti Alternative di energia quali il fotovoltaico, o l'industria turistica etc..) I settori scelti devono avere alcune caratteristiche: essere labour intensive per i giovani che escono dalle scuole superiori e dalle università Italiane e non per immigrati analfabeti; Questa riflessione sembra cattiva e politically uncorrected ma se noi non diamo delle prospettive ai nostri giovani siamo finiti.

Ho provato ha elencare alcune proposte concrete;
possono essere giuste o sbagliate ma è in questa direzione che dovrebbe procedere il dibattito politico.
Quando sento invece i sindacati protestare per la riduzione del pubblico impiego, o richieste general generiche di investimenti pubblici, o di difesa dei posti di lavoro etcc. Be' mi viene il voltastomaco. E' come dire vorrei essere ricco senza lavorare.
Sinceramente non credo che si farà molto in queste direzioni: in realtà siamo un paese vecchio (anagraficamente e politicamente) e tutti tendono a difendere lo status quo. Quindi la via più probabile sarà un declino più o meno lento a seconda dei governi e della congiuntura economica.

Ma questo è realismo, l'utopia sarebbe buttare il cuore oltre l'ostacolo e provare a creare un futuro per le nuove generazioni italiane.