finanza e politica

sabato, febbraio 03, 2007

Le borse salgono come nel periodo 1942 1966

Le borse sono troppo alte? No riflettono solo l'entrata sulla scena di 2 miliardi di nuovi produttori/consumatori.
Questa è la tesi di Luise Yamada, su Blomberg di sabato3/2. In sintesi la nostra analista sostiene che l'andamento dei mercati riflette l'andamento dell'economia globale che con l'ingresso di Cina e India sui mercati globali sta vivendo un boom paragonabile al periodo 42/66. In tale periodo come potete vedere sul grafico il mercato americano visse una incredibile ascesa. La tesi è suggestiva, e non priva di elementi di verità.
Bisogna però ricordare anche che nel 2000 si diceva la stessa cosa a proposito della new economy e dell'effetto sulla produttività delle tecnologie dell'informazione. Allora si sosteneva che la crescita della produttività sarebbe stata così rilevante da permettere profitti sempre crescenti e qundi i P/E incredibili erano sostenibili guardando al radioso futuro.
Personalmente ricordo una vecchia regola dell'economia: lo sviluppo si evolve secondo cicli e al termine di una fase espansiva si genera una contrazione. Il difficile è prevedere la durata della crescita, e il momento in cui arriva la crisi, ma la regola è sempre stata rispettata.
Una ulteriore regola è quella che vede i ribassi avvenire in periodi di tempo ristretti e in genere con movimenti molto ampi. Le economie di Cina e India sono in grande crescita, ma non hanno ancora affrontato 2 grandi sfide:
1) La redistribuzione dei profitti tra un numero maggiore di persone (primo o poi anche i milioni di lavoratori che producono in condizioni disumane vorranno partecipare al banchetto)
2) Una crisi bancaria/finanziaria. La domanda è? Sapranno le autorità cinesi o indiane fronteggiare i problemi che uno sfrenato ricorso al credito genera e genererà in futuro? Questa seconda sfida è la più importante per i mercati, che in questo momento si reggono sulla liquidità e sul sistema delle grandi banche.
L'unica cosa che mi sento di affermare è di investire long con prudenza, e di non anticipare i ribassi, ma di essere pronti a cavalcarli se si verificheranno.