finanza e politica

venerdì, ottobre 06, 2006

Prodi: la "politica industriale" e la finanziaria di Montezemolo e Merloni ma senza speranza per il futuro dei giovani italiani

Uno statista non si giudica per il tempo che dura al governo, ma per gli obiettivi che riesce ad indicare al suo stato e che poi contribuisce a raggiungere. Kohl ha riunito la Germania in pochi mesi, De Gasperi costruendo la CEE ha radicato l'Italia all'occidente e ne ha garantito lo sviluppo. Qual'è l'obiettivo di Prodi e di questo Governo? Sopravvivere, sopravvivere, sopravvivere. E in questo contesto l'immagine di Prodi è quella di una boa disancorata, galleggia, facendosi portare dalle correnti, senza direzione. Prodi in campagna elettorale aveva garantito nei primi mesi un'azione forte per risvegliare il paese.
Poi........ 5 anni di esenzione al bollo auto, incentivi per la rottamazione dei frigoriferi, provvedimenti per favorire il prepensionamento (tanto richiesto da Fiat e sempre negato dal precedente Governo) e poi? Il nulla.
Il ragionamento di Prodi non fa una grinza, incentivo due importanti industrie nazionali, che a loro volta porteranno vantaggi all'indotto e quindi faranno crescere il PIL. Così la poltrona per un po' e salva. Ma c'è un ma, queste industrie sono mature, sfornano prodotti che ormai fanno in tutto il mondo; Il grado di innovazione su auto ed elettrodomestici è relativo. Non serve essere degli indovini per dire che queste non sono le imprese del domani.
Il futuro è legato alle biotecnologie, alle nanotecnolgie, ai sistemi di produzione di energia rinnovabile. Il futuro è legato alla capacità di trasferire alle imprese di produzione l'innovazione che questi settori di ricerca stanno creando.
Vorrei fare un esempio concreto per far comprendere. Prendiamo Catania, e il grande lavoro fatto dalla STM, chè ha grandi gruppi di ricerca integrati e plurisettoriali. La STM collabora anche con l'Università, vince importanti progetti di ricerca finanziati dalla Ue. A Catania è nato un distretto di imprese che collaborano con stm o che sono subfornitrici. A Catania i giovani laureati siciliani non devono più pensare ad emigrare. Nei laboratori di ricerca si studiano i chip del futuro, ma non si fermano ai chip; sono già stati realizzati prototipi di celle solari per la produzione di energia a basso costo.
Ecco, caro Prodi, quando la finirai di incentivare nuovi frigoriferi e automobiline (che già oggi sono vecchie, vedi Toyota aimè) e comincerai a far nascere 10/20 STM e ne favorirai l'integrazione con il territorio? Allora caro Romano riconoscerò il vecchio Prodi che venti anni fa tra Reggio e Bologna parlava ai giovani di sviluppo, e li spronava a studiare, "perchè (parole tue) per i più bravi e preparati ci sarà sempre posto". Oggi nelle fabbriche di automobiline e frigoriferi c'è spazio per tanti immigrati e pochi ingegneri, pochissimi responsabili marketing, insomma non c'è spazio per il futuro dei nostri figli che le scuole preparano ad essere "colletti bianchi" proprio quelli che la Fiat vuole prepensionare.
Questo farebbe il "vecchio" Prodi, fare politica industrile vuol dire guardare al futuro (di 5/10/15 anni) non ad aumentare il pil per i prossimi tre mesi. Fare politica industriale vuol dire coinvolgere il paese in grandi progetti, dare prospettive ai giovani. Lancia grandi progetti. E se questa maggioranza fatta da professioniti della politica come Mastella, Dilibero, Di Pietro, Fassino....etcc non te lo permette, fai l'ultimo gesto da statista......dimettiti. A fare politica con i balzelli da azzecca garbugli basta un Visco qualunque. Non farti ricordare dalla storia come una boa disancorata trasportata dal vento il cui unico obiettivo è galleggiare.

4 Comments:

  • Certo è giusto. Prodi fa come quegli amministratori delegati che tagliano tutto, fanno un bel utile, incassano le stock option e poi si vedrà. Le Imprese devono investire in ricerca e sviluppo, in risorse umane,impianti e guardare al futuro a lungo (quello che piace a Warren Buffet) Ho fatto l'esempio della STM non a caso; quella è una azienda che investe l'8% del fatturato in ricerca e sviluppo. Sarebbe facile per un AD d'assalto tagliare quei costi ed evidenziare subito un bell'utile, poi però.......

    By Blogger duca, at 11:23 AM  

  • bello l'articolo.
    Penso anche all'attuale Governo che parla di responsabilità sociale delle imprese e con un taglio del cuneo fiscale del 5% sembra voler invogliare ad assumere.
    Però contemporanemante si va in oriente per creare un polo economico che consenta alle imprese italiane di "non perdere il treno" per la Cina.
    Lì i lavoratori non hanno i diritti, le tutele e gli stipendi dei loro colleghi occidentali.
    In Cina va bene approfittare.

    Contemporaneamente in Italia si parla di maggiori tutele del lavoratore ma senza garantire ad essi un posti di lavoro qualificante quanto uno studiato titolo di studio.
    In Cina dovrebbero esportare i diritti: quei diritti che tanto reclamano qui in Italia ma che tanto ignorano oltre frontiera.
    Cosa volevo dire?
    che se la missione in Cina l'avesse fatta un governo rivolto alle imprese ci sarebbero state sommosse in piazza con tanto di proclami sui diritti umani ed un bel no allo sfruttamento del lavoratore.
    Invece questa missione tocca ad un governo di sinistra che, in casa propria e con l'appoggio dei sindacati, reclama maggiore tutela del lavoratore nostrano(Bertinotti parla di responsabilità civile e penale del datore).
    Poi in Cina si scordano del perchè di tanta competitività: mancano i diritti.
    E le piazze sono deserte.

    By Blogger Zener1992, at 1:05 AM  

  • è abbastanza vero luigi, il problema xò è ke se tu vuoi vendere in un paese al contempo devi comprare. è un pò la regola secondo cui l'italia deve buttare via ad esempio il latte italiano perkè deve acquistarne quote da francia, inghilterra ecc. e di esempi così se ne possono fare diversi.

    tra l'altro già ke c'era l'amico dei pacifisti ne ha approfittato per fare un discorso (già fatto da ciappi per altro) contro l'embargo di armi cinesi. vergogna!!!!!!!!!!!!!

    LL

    By Anonymous Anonimo, at 2:18 PM  

  • forse sono stato prevenuto nel mio discorso.
    Difatti avendo scoperto che il figlio di Prodi lavora nelle università (precario da 850 euro al mese - ricercatore?) quale esperto in distretti economici ed industriali cinesi, ho subito (mal) pensato che la missione in Cina fosse per creare un polo economico tra imprese italiane e cinesi volto ad uno scambio reciproco di beni e servizi.
    Non che la cosa mi scandalizza: ogni impresa deve cercare anche altrove i fattori della produzione.
    Se questi sono a basso costo ben vengano.
    se poi l'obiettivo era solo quello di vendere potrei anche essermi sbagliato ma non credo ad uno scambio a senso unico.
    trovo ipocrita cercare delle intese commerciali in un paese dove la ricchezza si produce in barba al mancato rispetto delle norme ambientali e dei diritti del lavoratore,oltre a quelli dell'individuo in generale.
    anche perchè la ricchezza in quei paesi è concentrata in capo a pochi: sono proprio quei pochi che sfruttano la mancanza di regole.

    Portiamo prima i diritti in Cina.
    Poi parliamo di intese commerciali siano esse reciproche o meno.

    By Blogger Zener1992, at 6:09 PM  

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